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CNR, Messa: “La riforma non sarà calata dall’alto”

ROMA – “Nelle linee guida per i bandi con cui assegneremo 6 miliardi di euro per la ricerca in filiera abbiamo dato criteri chiari per poter costituire consorzi pubblico-privati che anche dopo il 2026 dovrebbero continuare a guidare l’innovazione”. Lo ha detto la ministra dell’Università Cristina Messa, nel corso di un’intervista al Corriere della Sera, parlando della necessità di attrarre investimenti privati in ricerca e sviluppo.
Invece in merito alla riforma del CNR, Messa ha spiegato: “Questa è una grande occasione mai vista prima, finora non sono stati fatti interventi così significativi come quelli che ci proponiamo. Abbiamo la possibilità di scardinare alcuni meccanismi antichi. La rete scientifica del Cnr non è coordinata come dovrebbe, il suo bilancio è ancora soltanto finanziario mentre dovrebbe diventare economico-patrimoniale. Ci sono le infrastrutture da ottimizzare. Comunque non sarà un cambiamento imposto dall’alto. Ma si tratta di un percorso per la riorganizzazione e il rilancio di una struttura che, ricordiamo, raccoglie circa l’80% delle risorse che il ministero investe negli enti di ricerca”. Poi la ministra ha fugato i timori: “Non ci sarà un ridimensionamento ma la struttura dovrà essere più agile e soprattutto sostenibile. Negli ultimi due anni sono state stabilizzate circa 1500 persone, credo che il problema del personale sia in via di risoluzione e con il turn over nei prossimi anni si darà spazio a giovani ricercatori”.
Infine, sul problema dei cervelli in fuga da riportare in Italia, Messa ha chiarito: “Il Parlamento sta lavorando alla riforma della carriera dei ricercatori per superare la divisione tra i ricercatori di tipo A e B e rendere più lineari e rapide le carriere con un percorso che in sei-otto anni dal dottorato può far arrivare alla cattedra di associato. Ma già dal 2022 aumentano i fondi per il reclutamento di professori, ricercatori e personale tecnico e amministrativo: in tre o quattro anni avremo 8 mila persona in più. Oltre alle chiamate dirette per attrarre dall’estero ricercatori che hanno vinto progetti competitivi e le risorse per valorizzare il personale tecnico amministrativo”.

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